Ogni istituzione che si rispetti dispone di sale di rappresentanza: il Quirinale ha il Salone dei Corazzieri, Palazzo Chigi ha la Sala delle Galere, e il Comune di Muggiò ha la Sala Ovale. Questa sala viene normalmente utilizzata per incontri istituzionali e ufficiali tra il Sindaco, i membri della Giunta o del Consiglio comunale, per le Commissioni o gli incontri con le associazioni.
Tuttavia, a Muggiò, questa prassi è stata interrotta: il Comune ha concesso l’utilizzo della Sala Ovale per lo svolgimento del congresso di Fratelli d’Italia, cioè l’assemblea in cui il partito politico sceglie il proprio leader cittadino.
Una cosa mai successa prima, che ha destato perplessità in molti cittadini e anche tra noi. Per questo abbiamo immediatamente presentato un’interrogazione per chiedere chiarimenti e approfondire.
Premesso che, in giurisprudenza, vige il principio di esplicitazione per gli uffici pubblici – secondo il quale, se il legislatore avesse voluto consentire anche l’uso della sala per eventi politici pubblici, lo avrebbe dichiarato in modo chiaro – la riflessione che vogliamo porre è un’altra: anche laddove non si violino norme giuridiche, esistono prassi istituzionali e regole di buongusto. È evidente che, in questo caso, Fratelli d’Italia abbia scelto di ignorarle.
La Sala Ovale è uno spazio istituzionale che rappresenta il Comune, è uno spazio che deve appartenere a tutti e non solo a una parte. È uno spazio dove dev’essere appeso lo stemma di Muggiò e non il logo di un partito.
I partiti politici, a ogni livello, dovrebbero sempre ricordare di non essere al di sopra della legge, né di poter considerare le istituzioni come strumenti da utilizzare a proprio vantaggio. Le istituzioni rappresentano tutta la comunità, non gli interessi particolari di una parte politica.
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